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pH della pelle: che cos’è e perché è importante

La pelle ha una funzione fondamentale per la nostra vita, possiamo paragonarla ad uno scudo che ci protegge da contatti pericolosi.

La pelle è la prima linea difensiva contro i patogeni, e ne previene l’ingresso nel circolo ematico e l’infezione del corpo. La pelle è anche la casa di un ecosistema microbico.

La relazione tra la pelle e l’ambiente può essere benefica, dannosa o simbiotica (Ripke et. al 2018).

La struttura della pelle è composta da 3 strati principali:

  • tessuto sottocutaneo
  • derma
  • epidermide

L’importanza del pH per la pelle

Lo strato dell’epidermide più esterno della pelle è leggermente acido a causa delle secrezioni delle ghiandole sebacee e dell’acido lattico da secrezione di sudore. Questi composti hanno un pH tra 4 e 6, e creano un ambiente che inibisce colonizzazioni batteriche (Kuo et. al 2020).

Il pH riflette la concentrazione molare degli ioni di idrogeno in ogni soluzione data; maggiori concentrazioni di ioni di idrogeno risultano in un pH basso mentre minori concentrazioni di ioni di idrogeno conducono al alcalinità aumentata o maggiore pH.

Il pH è misurato su scala logaritmica con intervallo da maggior acidità (pH 0) a neutro (pH 7) a molto alcalino, o basico (pH 14).

Il pH inoltre svolge un ruolo fisiologico importante nella omeostasi delle piante, dei microrganismi ed altri mammiferi. Le piante non possono crescere se il loro terreno diventa più acido di 6,6, e può succedere a causa delle piogge acide o sovra-fertilizzazione.

La fuoriuscita di piogge acide può inoltre contaminare oceani e laghi nei paraggi ed ha effetti devastanti nella vita marina (Proksch 2018).

Ruolo del pH nella guarigione delle ferite

E’ di fondamentale importanza per la pelle conservare il proprio pH per poter mantenere l’integrità dello strato corneo acido.

Deviazioni del pH della pelle possono portare a infezioni fungine e reazioni eczematose, ed anche disturbi al processo di guarigione delle ferite.

Ci sono 4 fasi coinvolte nel processo di guarigione delle ferite: (1) emostasi, (2) infiammazione, (3) proliferazione e (4) rimodellamento (Kuo et. al 2020).

1. Emostasi: la ferita si riempie di fibrina e coaguli di sangue si formano per fermare l’emorragia. Si formano croste per sigillare il punto della ferita fino a quando i tessuti non vengono riparati.

2. Infiammazione: i basofili e mastociti producono istamine per aumentare la permeabilità capillare. I leucociti possono quindi migrare attraverso i capillari verso il sito della ferita infetta e iniziare a rimuovere le cellule morte e i potenziali patogeni.

3. Proliferazione: aumento della produzione di cellule epiteliali, formazione dei tessuti di granulazione e avvio di angiogenesi. Il tessuto di granulazione sano ha un colore rosato e una consistenza variabile.

4. Rimodellamento: la matrice della ferita viene degradata dagli enzimi e viene creata una nuova matrice extracellulare. L’interruzione di questi processi può provocare la formazione di tessuto cicatriziale. Il completamento di questa fase può richiedere molti anni.

Le ferite che hanno un pH alcalino sono solitamente croniche perché l’eccesso di proteasi facilita la rimozione dei tessuti di nuova costruzione invece di rimuovere quelli danneggiati.

Ferite alcaline sono inoltre indicative di aumentato rischio di colonizzazione batterica.

I medici usano il pH della pelle per ottenere importanti informazioni riguardo la salute di una ferita curativa e poter fare diagnosi e prognosi.


Condizioni della Pelle Associate al pH

Quando il normale pH della pelle è destabilizzato, il rischio di gravi disturbi della pelle aumenta in modo significativo. Lo stafilococco aureo, conosciuto anche come “staph”, è un batterio che provoca il caos nella pelle di una persona, e può potenzialmente causare ascessi, infiammazioni sottocutanee e infezioni.

Il pH ottimale per lo staph è tra 7 e 7,5, tuttavia, è in grado di replicarsi in ambienti con valori di pH da acidi al 4,5 a basici con pH 9.

L’intervallo del pH di una pelle sana non è abbastanza acido da uccidere i batteri quindi ai pazienti sono spesso prescritti antibiotici per aiutare il sistema immunitario a combattere l’infezione (Kuo et. al 2014).

Ci sono numerosi fattori endogeni ed esogeni che possono influenzare individualmente il pH della pelle. Un esempio di fattore endogeno che contribuisce al pH della pelle è l’invecchiamento; la pelle dei neonati ha un pH leggermente alcalino (~7,4) per la loro esposizione al liquido amniotico uterino.

Solamente dopo diverse settimane lo strato corneo si è sviluppato e la pelle del bambino diventa acida.

La pubertà causa un aumento del pH della pelle in alcune parti del corpo, si stabilizza nell’età adulta e poi scende ad un livello inferiore dopo l’involuzione sessuale (Kuo et. al 2014).

I fattori esogeni che influenzano il pH della pelle includono i prodotti cosmetici, saponi, detergenti e molti altri.


Shampoo Solido con Tensioattivi

Shampoo Only One ambientato

Lo shampoo è stato originariamente creato per detergere il cuoio capelluto e prevenire infiammazioni della pelle attorno ai follicoli dei capelli.

Con formule sempre più sofisticate, gli shampoo hanno iniziato ad essere usati per pulire i capelli ed eliminare sebo, sudore, prodotti per lo styling e sporco che si è accumulato dopo il precedente lavaggio.

Sono essenzialmente dei detergenti basati su una miscela di detergenti naturali o sintetici, agenti sequestranti e conservanti.

I tensioattivi sono composti anfifilici, ovvero contengono gruppi che attraggono acqua come gruppi che attraggono olio.

I gruppi che attraggono gli oli, conosciuti come lipofili, si legano al sebo nei capelli mentre quelli attratti dall’acqua, o idrofili, si legano all’acqua permettendo alle molecole di sebo di essere sciacquate assieme alla schiuma.

Gli shampoo che contengono tensioattivi sono estremamente efficaci nell’eliminare oli e sudore dai capelli e cuoio capelluto tuttavia molto spesso gli utenti hanno capelli secchi, ruvidi, arruffati.

Questo succede perché molti tipi di capelli richiedono oli naturali per mantenere le ciocche idratate e liscie. Il fusto del capello richiede uno strato di cuticole protettive che prevengono il fusto dallo spezzarsi o rompersi.

Dopo il lavaggio dei capelli con lo shampoo di solito si procede con l’uso di prodotti con degli agenti condizionanti per poter recuperare l’idratazione persa.

I condizionanti contengono alcoli grassi, esteri, oli vegetali, oli minerali ed umettanti, che svolgono la funzione di maggior gestibilità, lucentezza e proprietà antistatiche al capello (Draelos et. al 2010).

Un altro modo di prevenire un danno al capello indotto dallo shampoo è minimizzare l’ammontare di alcalinizzazione subita dai capelli.

I detergenti hanno tipicamente un pH molto alcalino che causa il rigonfiamento del fusto del capello e l’allentamento delle cuticole protettive.

L’aggiunta di ingredienti acidi come acido glicolico, bilancia il pH dei tensioattivi degli shampoo per rendere le formule a pH neutro vicino al 7 (Draelos et. al 2010).

Gli shampoo con pH bilanciato causano molti meno danni alle cuticole e minori rotture alle fibre.

Fonti

Draelos ZD. Essentials of Hair Care often Neglected: Hair Cleansing. Int J Trichology. 2010;2(1):24-29. doi:10.4103/0974-7753.66909

Kuo, S. H., Shen, C. J., Shen, C. F., & Cheng, C. M. (2020). le of pH Value in Clinically Relevant Diagnosis. Diagnostics (Basel, Switzerland), 10(2), 107. https://doi.org/10.3390/diagnostics10020107

Proksch, Ehrhardt. “PH in Nature, Humans and Skin.” The Journal of Dermatology, vol. 45, no. 9, 2018, pp. 1044–1052., doi:10.1111/1346-8138.14489